Sunday, November 7, 2010

che bell'inizio


Sembrava quasi che non fosse successo nulla. O che almeno non fosse successo nulla a lui. Le ore si susseguivano tutte uguali da... Si da quanto? Neanche lo sapeva quando e' che si erano lasciati ufficialmente. Da quando quella telefonata aveva cambiato tutto senza in realta' cambiare un bel nulla. Basta con le date, con le ricorrenze. Aveva passato troppo tempo e spese troppo energie a convincersi che una data sarebbe stata li per sempre. Che sul calendario la funzione "Repeat every year" fosse una cosa che nella vita reale esistesse davvero. E invece non piu'. Doveva mentalmente andare su quell' evento, su quegli eventi, e cancellare l'intera serie. Anniversario, Primo bacio, Prima volta, Prima casa insieme. Splash, ricorrenze lavate vie. Senza pero' poter cancellare gli eventi passati. E allora tanto vale non farlo piu'; mai piu' avrebbe usato quella funzione. Basta con gli eventi ricorrenti. Si rischia di diventarci schiavo. Come era capitato a lui. 
E ora le ore gli scorrevano li. Come le canzoni nel suo iPod. Canzoni taglia vena di quelle che prima raccontavano storie di sfigati e ora raccontavano proprio la sua di storia. Ma erano solo intervalli tra un tragitto in macchina e una giornata di lavoro. 
E si disperava perche il lavoro andava, gli amici pure e lui rideva e scherzava. Dall'esterno, e a volte anche dall'interno, sembrava quasi si divertisse piu' di prima. In realta' ci stava solo un vuoto immenso che cercava di riempire con cose in cui non credeva neanche molto ma che gli venivano facili. E si, aveva sempre scelto la via piu' facile lui. Fondo perche' era lento nella corsa veloce. Ingegneria perche' poi si trovava lavoro. Informatica perche' era piu' bravo con i computer che con il saldatore. L'america perche' pagavano di piu'. Non il dottorato perche' diventare professore sarebbe stato impossibile. 
Non voleva fare pena a nessuno di quelli che conosceva. Ma avrebbe voluto incontrare una sconosciuta a cui fare pena. Che si prendesse cura di lui e lo capisse.
Consumava. Qualunque cosa potesse subire passivamente lui la consumava. Produceva pure. Almeno cosi gli sembrava. Buone idee, soluzioni apprezzate e problemi sollevati in modo giusto. Good points come si diceva. Ma quella produzione veniva fuori senza sforzo come se quella parte del cervello non fosse sua ma andasse per fatti suoi. 
Provava a dare un senso ai suoi pianti brevi violenti e improvvisi scrivendo stronzate e chiedendosi se condividere ste robbe con altri avesse senso o no. Patetico.